Antonino Mancuso Fuoco (Capizzi, 13 giugno 1921 / 30 giugno 1996)
Biografia
Antonino Mancuso Fuoco, pittore, ultimo di sei figli, nasce a Capizzi (ME) il 13 giugno 1921 presso una famiglia di piccoli proprietari terrieri, anche se il padre è uno scalpellino. Tra i banchi di scuola viene notato per la sua abilità nel disegno, che pratica anche quando segue il padre e i fratelli nel lavoro agricolo; una passione, la sua, che lo accompagnerà per tutta la vita.
Nel 1942, milite, perde la madre, donna con la quale ha un fortissimo legame.
Da giovane svolge diverse attività lavorative ma alla fine degli anni Sessanta emigra a Torino per lavoro e, nei ritagli di tempo, si dedica alla pittura. Presto, le sue opere, per l'estrema sensibilità di artista, gli vengono richieste da collezionisti che apprezzano la spontaneità da autodidatta della sua produzione.
Il '73 - un articolo pubblicato sul Bolaffiarte che lo osanna - segna la svolta e viene sommerso da numerose richieste di vendita che non sempre riesce a soddisfare.
Rientrato nel suo paese di origine si dedica esclusivamente alla pittura, raggiungendo una perfetta armonia tra il ritmo lineare del disegno e la rappresentazione plastica delle forme, il tutto immerso in un forte cromatismo. Prende parte a diverse mostre personali e collettive tanto da riuscire a ricevere riconoscimenti da esperti e critici d'arte. La sua ricca produzione appartiene oggi a collezionisti privati e a qualche Museo. Muore il 30 giugno del 1996.
Nel 1942, milite, perde la madre, donna con la quale ha un fortissimo legame.
Da giovane svolge diverse attività lavorative ma alla fine degli anni Sessanta emigra a Torino per lavoro e, nei ritagli di tempo, si dedica alla pittura. Presto, le sue opere, per l'estrema sensibilità di artista, gli vengono richieste da collezionisti che apprezzano la spontaneità da autodidatta della sua produzione.
Il '73 - un articolo pubblicato sul Bolaffiarte che lo osanna - segna la svolta e viene sommerso da numerose richieste di vendita che non sempre riesce a soddisfare.
Rientrato nel suo paese di origine si dedica esclusivamente alla pittura, raggiungendo una perfetta armonia tra il ritmo lineare del disegno e la rappresentazione plastica delle forme, il tutto immerso in un forte cromatismo. Prende parte a diverse mostre personali e collettive tanto da riuscire a ricevere riconoscimenti da esperti e critici d'arte. La sua ricca produzione appartiene oggi a collezionisti privati e a qualche Museo. Muore il 30 giugno del 1996.
pittore Naïf italiano, unico siciliano presente al Museo Internazionale d'Arte Naïve Charlotte Zander di Bönnigheim (D) e al Musée International d'Art Naïf Anatole Jakovsky di Nizza (F).